Arturo Ambrosio nacque come ragioniere: diplomato in contabilità, iniziò la sua carriera lavorativa presso una ditta di tessuti. Tuttavia, la sua vera passione era la fotografia, e poco più che trentenne si trasferì a Basilea, dove si specializzò nel settore. Tornato in Italia nel 1902, si stabilì a Torino, dove decise di lasciare il lavoro da impiegato per aprire un negozio di articoli ottici e fotografici.
Ben presto, Ambrosio sviluppò un interesse profondo per una nuova e affascinante forma d’arte: la cinematografia. Nel 1904 intraprese un viaggio di formazione tra Francia, Inghilterra e Germania, per studiare da vicino questo mezzo espressivo in piena evoluzione. Fu proprio quell’esperienza a spingerlo, nel 1905, a fondare la Ambrosio & C., che un anno dopo si trasformò nella Società Anonima Ambrosio, meglio nota come Ambrosio Film: una delle prime case di produzione cinematografica italiane, completa di uno stabilimento dedicato.
I suoi primi collaboratori furono Giovanni Vitrotti, Roberto Omegna e in seguito Luigi Maggi. Ambrosio si affermò rapidamente come il primo grande produttore cinematografico nazionale, contribuendo in modo determinante allo sviluppo dell’industria cinematografica in Italia.
Molti anni dopo, in un’intervista concessa alla rivista “Reporter Objectif”, Ambrosio raccontò un episodio sorprendente. Alla domanda su chi avesse inventato la Leica, rispose con un sorriso:
“Ah sì, sono stato io.”
Il giorno successivo, portò al giornalista una macchina fotografica che aveva costruito nel 1915. Dotata di due tempi di scatto (istantanea e posa B), la fotocamera era stata realizzata per un’esigenza pratica sul set:
“Avevo una sceneggiatrice che si dimenticava metà dei dettagli delle scene girate. Così presi della pellicola cinematografica e iniziai a fotografare le mie scene.”
Ogni giorno, Ambrosio scattava fotografie sul set con la sua macchina, sviluppava e stampava le immagini la sera, così da sapere esattamente il giorno dopo cosa era stato girato e mantenere la continuity tra le scene.
“Delle dieci macchine fotografiche che ho realizzato, ne ho tenute tre per me. Le altre sette le ho regalate ad amici, ma nessuno le usava. Il negativo era troppo piccolo…”
Quell’aneddoto rivela un fatto straordinario: la fotocamera di Ambrosio fu la prima a utilizzare pellicola cinematografica da 35 mm, ben prima della Leica. Eppure, la storia della fotografia non lo cita mai.
Un’invenzione geniale, forse nata troppo presto, ma che dimostra come a volte il tempo – più della tecnica – determina la sorte di un’idea rivoluzionaria.
A dimostrazione che un’invenzione deve arrivare sempre al momento giusto. La fotocamera Ambrosio non avrebbe molto interesse se non fosse che fu la prima fotocamera a utilizzare pellicole 35 mm e non la Leica. Tuttavia, Ambrosio non viene mai citato nella storia della fotografia.