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Category: Officine Galileo SpA

OFFICINE GALILEO

Le Officine Galileo nacquero a Firenze intorno al 1870 ad opera di un gruppo di scienziati e professori universitari e di tecnici,  si dedicarono per prima cosa alla costruzione di strumenti scientifici e di precisione, come bilance o teodoliti; a titolo di curiosità possiamo dire che il nome all’inizio era Officina Galileo e solo ai primi del 900 il nome fu cambiato in Officine. Nel 1880 circa la Galileo iniziò a produrre strumenti ottici per la Marina Militare e successivamente anche per l’Istituto Geografico Militare e da quel momento le forniture militari divennero le maggiori fonti di reddito per il  bilancio dell’azienda. Tra alti e bassi finanziari le Officine Galileo continuarono la propria attività e con il passare degli anni la produzione si diversificò interessando i più diversi campi, dall’ottica alla elettricità, dagli strumenti di misura alla meccanica di precisione. Alla fine della Prima Guerra Mondiale, con la fine delle grandi commesse militari, le officine ebbero una grave crisi che però riuscirono ancora in qualche modo a superare e con l’avvento del regime fascista la produzione di tipo bellico riprese a pieno ritmo.

Per aumentare la propria capacità produttiva nel settore dell’ottica nel 1929 la Galileo acquistò la Koristka di Milano, una antica società molto nota nella costruzione di microscopi e di obiettivi in generale. Nel 1931 le Officine Galileo disponevano di 5 stabilimenti : 2 a Firenze, a Milano (la Koristka), a Trieste e a La Spezia , tutti fortemente impegnati a produrre attrezzature per le forze armate  italiane e di altri paesi mentre i prodotti per il mercato civile rappresentavano una parte minoritaria della produzione. Quando la Seconda Guerra Mondiale terminò, i trattati di pace sottoscritti dal governo italiano che impedivano qualsiasi attività nel settore delle costruzioni belliche privarono la Galileo dello sbocco produttivo più importante e la costrinsero ad una forzata conversione della produzione. Questa volta le Officine Galileo si fecero trovare meno impreparate e furono avviate numerose produzioni tra cui quelle di fotocamere e obiettivi per fotografia e cinematografia. La produzione a Firenze – A partire dal 1948 nello stabilimento di Firenze iniziò la produzione degli apparecchi Condor in collaborazione con la Ferrania che si occupava della commercializzazione attraverso la sua capillare rete di vendita. Le caratteristiche dei vari modelli prodotti in questo libro sono illustrate nel capitolo dedicato alla Ferrania.

La produzione a Milano – Lo stabilimento di Milano, ex stabilimento F. Koristka, nel primo dopoguerra riprese l’attività diversificando la produzione (Bilance analitiche, rifrattometri, compressori per frigoriferi) e per quanto riguarda l’ottica riprese la produzione di microscopi affiancata da quella di obiettivi per cinematografia e fotografia.

Non ci sono informazioni sufficienti per capire se ci fosse un qualche legame di parentela tra i fondatori di questa società e Francesco Koristka, fondatore della società poi confluita nella Galileo così come mancano informazioni per poter stabilire se tra quest’ultima e la Fratelli Koristka S:A ci sia mai stato un qualche rapporto commerciale.

Nel 1964 la prematura morte dell’Ing. Carini determinò anche la fine della produzione della Gami e di lì a poco la produzione ottica dello stabilimento di Milano venne trasferita a Firenze, dove per altro la produzione degli apparecchi Condor era già terminata da alcuni anni. All’inizio degli anni 70 la stabilimento di Milano venne definitivamente chiuso ed anche quello di Firenze tornò ad occuparsi di produzioni di tipo militare. Restarono così incompiute o a livello di prototipo alcune fotocamere che erano in gestazione; nel 1956 il Corriere Fotografico annunciò che era allo studio la POKER, un apparecchio per pellicola formato 120 munito di quattro obiettivi Eliog 40/3,5 su due file che erano diaframmati in modo diverso (f/3,5, f/5, f/8, f/12), la messa a fuoco contemporanea di tutti gli obiettivi era a mezzo di telemetro ed aveva un otturatore con 3 velocità e posa B. Ad ogni scatto si impressionavano 4 negativi di 3×3 cm, ognuno con esposizione differente in modo che almeno uno di questi sarebbe stato perfetto. Inoltre ogni coppia poteva dare una visione stereo. Curiosamente sulla scala dei tempi di otturazione era indicata la voce ASA come se la velocità andasse selezionata in base alla sensibilità della pellicola.

Nel libro che Mario Malavolti ha dedicato alle Officine Galileo si riporta che alcuni ex dipendenti dello stabilimento di Milano riferirono di un prototipo di Gami dotato di un esposimetro alimentato da una batteria. Infine alcuni anni fa ad un’asta di Christie’s venne venduta una fotocamera stereo marcata Polaroid che montava una coppia di obiettivi Galileo e che veniva descritta come di probabile fabbricazione italiana.