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Bencini Icaf Gabry

Serial Number: senza numero

Year: 1938

Bencini Icaf Gabry

La Bencini Icaf Gabry è una fotocamera box in metallo prodotta circa dal 1938 fino ai primi anni ‘40. È destinata all’uso con pellicola formato 127 e negativo di 4×6 cm. La fotocamera è stata originariamente prodotta con il nome Gabry, in onore della figlia di Antonio Bencini, Gabriella. Il nome delle fotocamere Roby (dedicata al figlio Roberto) e Gabry derivavano infatti dai nomi dei suoi figli.

Caratteristiche:

Nome: La fotocamera veniva inizialmente commercializzata come Gabry, ma a causa delle norme fasciste contro l’uso di parole straniere, il nome venne modificato in Gabri. Il cambiamento fu in linea con le direttive del regime che cercava di “italianizzare” i nomi dei prodotti.

Design: Come altre fotocamere della sua linea, la Gabry ha una costruzione in metallo e un design semplice, tipico dei box camera dell’epoca.

Formato e Pellicola: Utilizza la pellicola formato 127, un formato piuttosto comune per le fotocamere di quel periodo, che produce negativi da 4×6 cm.

Modifiche e Varianti:

Modifica del Nome: Durante la produzione, in base alle leggi fasciste, i nomi Roby e Gabry furono modificati in Robi e Gabri, per conformarsi alle norme che vietavano l’uso di parole straniere.

Varianti con la “J”: Esistono anche alcune rare varianti delle fotocamere Roby e Gabry, con la “j” finale: Robj e Gabrj, ma queste sono estremamente difficili da trovare, con pochi esemplari documentati.

Significato e Storia:

La Bencini Icaf Gabry rappresenta una parte significativa della produzione Bencini degli anni ‘30 e ‘40, un periodo in cui l’azienda cercava di affermarsi nel mercato delle fotocamere. La personalizzazione dei nomi delle fotocamere, ispirata ai figli di Antonio Bencini, è un altro esempio del legame personale e familiare che l’azienda aveva con i suoi prodotti.

Collezionismo:

Come molte altre fotocamere prodotte da Bencini, la Gabry è ora un pezzo ricercato dai collezionisti di fotocamere vintage italiane, soprattutto nelle sue varianti più rare come Robj e Gabrj. Le varianti con la “j” finale sono particolarmente ambite per la loro rarità e l’interessante legame con il periodo storico in cui furono prodotte.

In sintesi, la Bencini Icaf Gabry è un esempio significativo della produzione fotocamere italiane durante gli anni del regime fascista e un’importante testimonianza del cambiamento culturale e politico che ha influenzato anche l’industria fotografica.