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Category: Bencini SpA già ICAF e CMF

Bencini (già ICAF, poi CFM) Storia di un marchio italiano

Origini e fondazione

Antonio Bencini, nato in Toscana, iniziò la sua carriera come tecnico aeronautico durante la Prima Guerra Mondiale, riparando fotocamere utilizzate per la ricognizione aerea. Dopo il conflitto, nel 1920 fondò a Firenze la F.I.A.M.M.A. (Fabbrica Italiana Apparecchi Macchine Materiali Accessori), specializzata nella produzione di fotocamere da studio e apparecchi per uso professionale. Nel 1935, l’azienda fu acquisita dalla Ferrania, e Bencini si trasferì a Torino, dove fondò la FILMA, focalizzata su fotocamere box economiche. Anche questa fu assorbita dalla Ferrania nel 1937.

La nascita della ICAF e l’espansione

Nel 1938, Antonio Bencini fondò a Milano la ICAF (Industria Costruzioni Apparecchi Fotografici), che in seguito divenne CFM Bencini (Costruzioni Fotografiche Milano). L’azienda si distinse fin da subito per la produzione di fotocamere semplici ed economiche, pensate per il grande pubblico. Tra i primi modelli ricordiamo la Roby, la Gabry e la Delta, tutti progettati per essere facili da usare e accessibili a una fascia ampia di utenti.

Il successo della serie Comet

Il vero successo arrivò nel 1948 con il lancio della Comet, una fotocamera compatta in alluminio pressofuso per pellicola 127. La Comet si affermò rapidamente grazie alla sua robustezza, al design moderno e alla grande facilità d’uso. Negli anni successivi, la serie si ampliò con varianti come la Comet II, la Comet III, la Comet S, tutte accomunate da uno stile riconoscibile e funzionalità essenziali ma ben progettate.

Innovazioni e nuovi modelli

Negli anni ’50 e ’60, Bencini ampliò ulteriormente la gamma con modelli come la Koroll, la Koroll 24, la Relex, e altre ancora. In questi anni l’azienda entrò anche nel mercato delle cineprese e proiettori per il passo ridotto, con prodotti come le Comet 8 e Super 8, rivolgendosi così anche agli appassionati di cinema amatoriale.

Transizione alla plastica e declino

Negli anni ’60, sotto la guida del figlio Roberto Bencini, l’azienda iniziò a introdurre materiali plastici per alleggerire e modernizzare le fotocamere. Nacquero così modelli come la Minicomet, la Comet Rapid e altre ancora. Nonostante l’attenzione alla semplicità e alla funzionalità rimanesse centrale, la concorrenza internazionale—prima tedesca, poi giapponese—divenne sempre più agguerrita, portando a un progressivo calo delle vendite.